Migliori abitudini dei trader di successo

La gestione del denaro è un elemento fondamentale per un trading di successo. A questo proposito, per aumentare le possibilità di successo devono partecipare diversi fattori importanti nel piano di trading. Fra questi troviamo:


  1. Tagliare le perdite e lasciar correre i profitti.
  2. Utilizzare la leva in modo efficace
  3. Fare trading al momento giusto della giornatay.

Fattore 1: i trader di successo tagliano le perdite e lasciano correre i profitti

Questo fattore è una pietra angolare del trading di successo. Tuttavia, è uno dei comportamenti più difficili da mettere in pratica. In sua assenza, però, le probabilità di successo si assottigliano in modo significativo. Consideriamo la seguente tabella:

Tabella 1

PERDITA PERCENTUALE PERCENTUALE DI PAREGGIO
10% 11.11%
20% 25%
30% 42.86%
40% 66.67%
50% 100%
60% 150%
70% 233.34%
80% 400%
90% 900%

Più un trader perde, più si rende necessario tornare al punto di pareggio. Come si evince dalla tabella n. 1, se si perde troppo, recuperare diventa impossibile.

Breakeven percentage

Pertanto, per diventare un trader di successo è essenziale non perdere troppo denaro.

Il fattore n. 1 è racchiuso in un parametro denominato rapporto rischio/rendimento.

Un fattore rischio/rendimento di 1 implica che il trader è disposto a rischiare $ 1 per guadagnare $ 1, mentre un rischio/rendimento di 2 significa che il trader è disposto a rischiare $ 1 per guadagnare $ 2. Più alto è il suo valore, maggiore è la probabilità di fare trading con successo. Consideriamo il seguente esempio:

Ci sono due trader, Tommaso e Giovanni. Entrambi compiono dieci operazioni ed entrambi vanno a segno 3 volte. Sfortunatamente, entrambi chiudono 7 operazioni in perdita. Il rapporto rischio/rendimento per Tommaso è 1, ma quello di Giovanni è molto migliore, pari a 3.

Tabella 2

TOMMASO GIOVANNI
Perdita per operazione $1 $1
Profitto per operazione $1 $3
Dopo sette perdite $7 $7
Dopo tre vincite $3 $9
Posizione netta dopo dieci operazioni -$4 (loss) +$2 (gain)

Il più alto rapporto rischio/rendimento consente a Giovanni di rimanere in profitto nonostante la sua percentuale di vincita sia del 30%.

Un ottimo rapporto rischio-rendimento riduce l'importanza di avere un'alta percentuale di operazioni vincenti.

Esiste una chiara relazione tra il rapporto rischio-rendimento e la percentuale vincente di operazioni. Considerando entrambe queste variabili, i trader possono modificare i propri sistemi per puntare su un'aspettativa positiva.

Breakeven Pofit Zone

Il grafico 1 mostra la percentuale minima di vincita sull'asse x e il corrispondente rapporto rischio-rendimento sull'asse y necessario per raggiungere il pareggio (costi esclusi). Per avere un profitto, il trader deve assicurarsi di negoziare al di sopra della curva di pareggio. Le targhette presenti sulla curva mostrano prima la percentuale di vincita e poi il rapporto rischio-rendimento corrispondente. Ad esempio, 50%;1 suggerisce che, con una percentuale di vincita del 50% e un rapporto rischio-rendimento di 1, il trader sarà sulla curva di pareggio (costi esclusi) ecc.

Questa osservazione implica che un trader al di sotto della curva di pareggio sta sostenendo delle perdite. Per correggere questo problema, è necessario modificare la posizione sull'asse y o sull'asse x. La maggior parte dei trader cerca un metodo migliore per aumentare la percentuale di vincita. Tuttavia, i trader professionisti spesso ritengono che l'approccio più appropriato sia agire sull'asse y e sul rapporto rischio-rendimento. Questo perché non esiste un sistema perfetto e tutti i sistemi attraverseranno momenti bui.

Pertanto, nel nostro esempio precedente, se Tommaso migliora il proprio rapporto rischio/rendimento, la sua posizione netta migliora automaticamente, a parità di altre condizioni. Può apportare questo miglioramento regolando i livelli di stop-loss e take-profit.

Fattore 2: utilizzare la leva in modo efficace

Molti trader si interessano del mercato forex per l'ampia disponibilità di leva finanziaria, che permette di controllare una posizione di trading più grande del capitale disponibile. Tuttavia, mentre l'utilizzo di una leva finanziaria elevata può potenzialmente aumentare i guadagni, può altrettanto rapidamente (cosa più importante) aumentare le perdite.

A questo proposito, rimandiamo alla tabella 1. Se l'utilizzo della leva finanziaria si traduce in una perdita significativa, raggiungere la percentuale di pareggio diventa molto più difficile. Inoltre, la leva finanziaria può portare a una perdita di dimensioni tali da rende impossibile il raggiungimento del pareggio.

Data l'asimmetria tra perdite e profitti, non dovrebbe sorprendere che la redditività tenda a diminuire all'aumentare della leva finanziaria effettiva. Consideriamo questo esempio:

Tommaso e Giovanni aprono un conto da 10.000 dollari per fare trading su EUR/USD (MMR 26 $ per 1.000). Entrambi utilizzano un rapporto rischio/rendimento 1:2, con un ordine stop a 100 e un limit a 200. Tuttavia, utilizzano due diversi coefficienti di leva finanziaria.

TOMMASO GIOVANNI
Leva 30:1 Leva 10:1
Operazione di acquisto 300.000 Operazione di acquisto 100.000
MMR: $7,800 MMR: $2,600
Margine utilizzabile: $2,200 Margine utilizzabile: $7,400
Valore PIP: $30 Valore PIP: $10

MA LA COPPIA EUR/USD SCENDE, IN RIBASSO DI 60 PIP. ALLA FINE DELLA GIORNATA DI TRADING

TOMMASO GIOVANNI
Perdita $1,800 Perdita $600
Margine disponibile rimanente: $400 Margine disponibile rimanente: $6,800

Sopra, sia Tommaso che Giovanni subiscono la stessa perdita in pip. Tuttavia, sulla posizione di Tommaso è presente una leva molto alta e la perdita subita è molto superiore. Recuperare da questa posizione sarà più difficile per Tommaso che per Giovanni.

QUALE TRADER HA MAGGIORI PROBABILITÀ DI DISCOSTARSI DAL PIANO INIZIALE?

Quando l'operazione di Tommaso è andata contro i suoi interessi, si è trovato senza spazi di manovra e il margine utilizzabile è svanito rapidamente, spingendolo vicino alla richiesta di margine. Giovanni ha una leva adeguata (nonché ordini stop e limit), lasciando all'operazione un margine per tornare suo favore.
In definitiva, lo stesso movimento del mercato è costato a Tommaso il triplo di quanto non sia costato a Giovanni: maggiore è la leva, maggiore è il rischio su ogni operazione. Oltre all'onere finanziario, la pesante perdita rischia di alimentare un processo decisionale irrazionale. Questo per dire che esiste anche un costo psicologico.

Poiché la redditività tende a diminuire all'aumentare della leva finanziaria effettiva, il risultato logico è una correlazione positiva tra il capitale netto medio di un conto e la performance di trading. Questo risultato è dovuto al fatto che i conti sottocapitalizzati tendono ad utilizzare una leva finanziaria eccessiva.

In quest'ottica, proponiamo una formula di gestione del denaro per allineare le posizioni di trading con le dimensioni del conto. Sebbene la formula non sia assoluta e ci siano altri metodi di gestione del rischio, per i trader è un buon punto di partenza per testare la propria esposizione potenziale:

(Dimensioni conto di trading x 2%) / pip a stop loss = posizione da n. mini-lotti

Supponendo un conto da 10.000 dollari e uno stop loss a 50 pip di distanza:

  • (10.000 x 2%) / 50 = 4 mini-lotti o 40.000 unità di valuta base
  • Il 2% è un meccanismo di controllo dei rischi.
  • Per i conti più grandi o più piccoli potrebbe essere necessario un aggiustamento.
  • Tuttavia, ricorda che più è grande, più difficile sarà recuperare dopo un calo (come nella tabella 1).

Fattore 3: i trader di successo operano nel momento giusto della giornata

I nostri dati sulle prestazioni dei trader mostrano che, in media, essi hanno una percentuale di vincita inferiore durante le ore di forte volatilità e nei mercati in rapida evoluzione. Al contrario, i trader si comportano meglio quando i movimenti medi in pip sono più piccoli, producendo percentuali di vincita più elevate. Si tratta di un aspetto piuttosto intuitivo, perché esiste una correlazione positiva tra rischio e rendimento. Come sappiamo, maggiore è il rischio, maggiore è la ricompensa. Oppure, in altre parole, se non esiste alcun rischio, è impossibile ottenere un profitto.

Pertanto, la presenza di rischio rappresenta di per sé un'attrattiva. I trader si concentrano sul potenziale rendimento, non sul rischio effettivo. Tuttavia, il rischio è una variabile reale e presente. Esistono diverse metodologie per misurare il rischio, una delle più popolari è la deviazione standard o la volatilità.

Quando la deviazione standard di uno strumento finanziario sale, aumenta anche la sua volatilità, ossia aumenta il rischio associato. Pertanto, ci sono momenti critici nel corso della giornata di trading in cui si osserva un aumento della volatilità. Ad esempio, in corrispondenza del rilascio dei dati NFP, è previsto un aumento di volatilità/rischio. Inoltre, le coppie di valute presentano caratteristiche di rischio uniche. Ad esempio, la volatilità di JPY risponderà a eventi del calendario diversi da EUR o GBP.

I trader dovrebbero considerare l'orario, perché la volatilità aumenta le possibilità di andare incontro a una perdita. Se la volatilità è estremamente alta, la perdita subita potrebbe rendere difficile il recupero (fare riferimento alla tabella 1).

CONCLUSIONI

Tutti e tre i fattori sono collegati e correlati. Prendersi cura di uno di essi avrà un effetto a cascata sugli altri. Pertanto, quando un trader si concentra su tutti e tre i fattori, ci sono i presupposti per un approccio responsabile al trading. Inoltre, oggi il trading richiede prudenza e competenza. In effetti, il trader deve considerare il trading come un business, non come un passatempo.

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